“Smart Working significa ripensare il telelavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio” (Osservatorio Smart Working).
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Quali possono essere però gli ostacoli da superare come persone e come azienda per meglio lavorare tutti – come capi e collaboratori – a distanza, in home working o in smart working, cioè ovunque meno che in ufficio tradizionale? Quali pregiudizi superare? Quali passi è importante compiere e quali competenze soft vanno affinate a seconda della situazione di ciascuno e della specifica realtà aziendale? Come potenziare leadership e competenze relazionali per lavorare meglio in home o smart working?
Cosa significa lavorare in smart working?
Di lavoro a distanza, di telelavoro si parla, si ragiona e in molte imprese multinazionali e italiane ci si lavora e organizza da tempo, ma certo è che a seguito della pandemia Covid 19 il lavoro a distanza, lo smart working inteso in senso ampio, ha subìto un’accelerazione inaspettata, coinvolgendo praticamente di colpo solo in Italia più di 6 milioni di persone.
La questione non è solo “tecnica”. Dalla primavera 2020 è partito il più grande esperimento sociale di riorganizzazione del lavoro, con luci e ombre che lo accompagnano. Che significa allora lavorare in smart working? Non è solo “lavorare da casa”. E’ ben altro. E’ lavorare ovunque rivoluzionando due secoli di storia delle logiche tradizionali del lavoro.
Cambiano la geografia dei team in differenti luoghi del territorio e del mondo, il rapporto tra spazio/tempo/velocità, il concetto di interconnessione tra opportunità e rischi, la nozione di ubiquità, per cui possiamo essere di fatto in più posti contemporaneamente, con i vantaggi e i rischi socio-psicologici e aziendali, non solo in termini di stress e di benessere/malessere organizzativo.
Vanno ripensati i parametri che configurano il rapporto capo-collaboratore, la logica e le modalità del controllo, il significato di responsabilità e il rapporto con il processo di raggiungimento degli obiettivi, nonché quello della delega. La fiducia diventa fondamentale. E altro ancora.
Se l’organizzazione del lavoro si trasforma in tale direzione, e vogliamo facilitarne i vantaggi arginando i disagi, ecco che diventano prioritarie nuove competenze soft (o trasversali).
Per esempio: empatia, auto-motivazione e capacità di guida e direzione verso un nuovo significato di ciò che è partecipazione, condivisione, costruzione del consenso in modo costruttivo rispetto alla dimensione del ruolo e del contenuto lavorativo in cui esprimere capacità e competenze – sia da un punto di vista manageriale sia come collaboratori – necessitano di un nuovo paio di occhiali con cui guardare se stessi e gli altri nel contesto professionale.
Se già in precedenza erano sempre più importanti per gestire al meglio competenze tecniche e rapporti professionali, oggi lo sviluppo di queste competenze soft, a tutti i livelli della piramide organizzativa più o meno piatta, assume sempre più un valore d’impresa, un vantaggio competitivo, un tratto che favorisce engagement, benessere personale e organizzativo.
Come combattere lo stress da smart working?
Diventano fattori chiave: l’auto-organizzazione del tempo per non cadere nella fagocitazione del lavoro sempre e comunque, in nome della richiesta o della presunta necessità del always be connected (essere sempre connessi), imparare a saper dire di no e concordare in chiave di responsabilità reciproca tappe di monitoraggio e step di processo delle attività, gestire divergenze e eventuali conflitti in modalità che siano efficaci per l’identificazione di soluzioni da costruire anche “a distanza”, mantenendo proficue relazioni professionali, pur in mancanza di momenti informali in “co-presenza” che spesso aiutano a stemperare tensioni o a chiarirsi meglio…
Aiutare la creatività del team che on line respira inevitabilmente una “differente atmosfera emotiva ” rispetto a quella derivante dalla condivisione fisica e emozionale di spazi in cui si costruiscono idee, confronti e magari scontri, e che comunque aiutano la formazione e il mantenimento di spirito di squadra e di appartenenza. Il tutto non è cosa semplice.
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Per le singole persone
Sulla base delle necessità individuali, in relazione alla condizione temporanea o duratura di lavoro a distanza e al ruolo ricoperto, è possibile un colloquio on line per fotografare insieme quali competenze prioritarie siano da potenziare e da qui dare il via ad un breve percorso di empowerment on line e guidato al fine di affinare rapidamente e concretamente i tratti ritenuti via via più importanti per migliorare benessere personale e professionale, coerentemente con le attività da gestire e con la propria realtà lavorativa.
Per i professional che operano nella direzione HR
È possibile l’ideazione di training pills, pillole formative on line su specifici temi che ruotano attorno alle questioni socio-psicologiche e organizzative inerenti l’introduzione e/o la diffusione dello smart working in azienda al fine di facilitare processi e apprendimento diffuso nell’Organizzazione, in linea con i valori d’impresa.
Per le aziende
Check situazionali di piccoli team o di famiglie professionali coinvolte o da coinvolgere in attività di home o smart working, al fine di fotografare priorità su cui rapidamente impostare dei focus formativi da tenersi online per potenziare l’efficacia del lavoro in team, della direzione del gruppo in chiave di leadership partecipativa, in virtù degli obiettivi e dei risultati da raggiungere.
Coffee break in smart working, che prevedono l’intervista su temi di attualità e cambiamento a una figura significativa del mondo della cultura, della politica, del mondo del lavoro in confronto diretto con i dipendenti attraverso Q&A in tempo reale. Il fine è sensibilizzare i collaboratori su questioni attinenti lo smart working ampliando l’orizzonte a 360 gradi, e evidenziando contaminazioni spesso inaspettate tra mondi apparentemente lontani e il lavoro agile.
Contattami per ricevere maggiori informazioni e per definire insieme mirate e differenti necessità di empowerment, upskilling, reskilling o coaching sulle competenze soft (competenze trasversali) anche online.