Violenza fisica, domestica, sul lavoro, violenza economica. Lo scenario in Italia è ancora allarmante: emergenza pandemica, costrizione nelle mura domestiche, crisi economica che ha colpito di più i servizi e quindi le donne che sono prevalentemente occupate in questo settore, e i femminicidi che continuano.
Un dato positivo (ISTAT) è che emerge una maggiore consapevolezza delle donne, loro ricerca di autonomia e libertà ma contemporaneamente ciò può diventare un altro elemento scatenante l’aggressività dei maschi che sentono minacciata la loro necessità di possesso e di controllo.
Il lavoro culturale e sociale da fare è molto, a partire dal rinforzo di politiche di supporto per le vittime, i loro figli, l’allontanamento obbligatorio dell’autore delle violenze dal proprio domicilio in modo che non sia minaccia ulteriore per la donna.
Soprattutto è necessario che le donne entrino sempre più nel mondo del lavoro, a vantaggio e benessere delle donne che rappresentano un volano per lo sviluppo del Paese. Ciò va ricordato e perseguito non solo oggi, ma sempre.
Per approfondire ecco un’intervista (maggio 2020) che ho fatto a Erica Pugliese, Presidente di Milleme, a supporto delle donne vittime di violenza