Oltre Matilda, verso il digitale: leadership e soft skill

Intervento di Luciana d'Ambrosio Marri al Festival Informatici Senza Frontiere 2021

È stato questo il titolo del mio intervento di sabato 23 ottobre al Festival Informatici Senza Frontiere 2021 “D come Digitale”.

Un festival che ruota attorno alle riflessioni sull’impatto che l’innovazione ha sulla società e sul suo sviluppo: dal rapporto tra l’essere umano e le intelligenze artificiali alle potenzialità del digitale senza frontiere, a supporto di chi è in condizioni di disagio e emarginazione.

Il mio contributo ha riguardato ciò che blocca e ciò che favorisce la valorizzazione delle competenze delle donne in un ambito scientifico e strategico per lo sviluppo economico e sociale. E qualche “consiglio” per evitare o uscire dalle trappole di percorso…Si tratta di punti di PIL, di democrazia, di vantaggio collettivo per la società.

Molte, infatti, sono le donne che hanno cambiato il mondo della tecnologia, molte le scienziate che hanno segnato la storia, molte di più sono le donne che hanno fatto entrambe le cose ma di cui nulla si sa.

Qualcosa sta cambiando ma le donne nelle STEM – Science, Technology, Engineering e Mathematics – sono ancora troppo poche.  Anche nel mondo digitale c’è bisogno di un nuovo modo di concepire il rapporto tra donne, informatica e scienza, storicamente debole.

Nella società sono ancora molti e forti i pregiudizi che ostacolano le scienziate nei percorsi di carriera, e alcuni pregiudizi si nascondono purtroppo pure nel cuore delle donne, trasformandosi in prigioni interiori da cui può essere difficile uscire.

L’effetto Matilda ha segnato molta storia e può apparire oggi più sfumato. Ora però le donne possono superarlo definitivamente sviluppando competenze hard e soft più mirate ed efficaci per potenziare la propria leadership a vantaggio della società, dell’innovazione. Soprattutto dopo la pandemia, che ha messo al centro valore e necessità di soft skill per affrontare cambiamenti e nuove priorità.

In che modo?  Anche dopo il Festival possiamo parlarne: puoi contattarmi qui per un primo appuntamento conoscitivo (anche online) per fare il punto della situazione delle tue competenze soft ed intraprendere insieme un percorso di empowerment e di autosviluppo.

Puoi vedere e ascoltare il mio intervento e Q&A cliccando qui.

“Father, May I?” – MIA MARKET 13-17 ottobre Roma

Mia Market Roma 2021, intervento di Luciana d'Ambrosio Marri

Venerdì 15 ottobre interverrò come ospite in occasione del MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo, durante l’evento dal titolo “Father, May I?” realizzato da WIFTMI – Women in Film, Television and Media Italia, in collaborazione con Visionaire.

“Father, May I?” nasce dalla riflessione su come il retaggio di un sistema patriarcale influenzi creatività e carriera nell’industria audiovisiva, e non solo.

Basti pensare a quanti “padri” incontriamo nel corso delle nostre vite, personali e professionali, e al modo in cui queste relazioni influenzano scelte e carriere.

“Father, May I?” sarà una conversazione non convenzionale condotta da Domizia De Rosa, presidente di WIFTMI, e altre protagoniste, sulla vita, il lavoro e le gabbie del patriarcato che siamo riuscite ad aprire, e quelle che ancora stiamo forzando.

‘Ancora servono gli uffici?’ C’è chi ripensa il lavoro.

lavoro ibrido

Ancora servono gli uffici? Si chiede anche Nikodem Szumilo, professore associato di economia e finanza, University College London, nel focus di settembre dell’Harvard Business Review.

Se ne discute in tanti ambienti, si fanno ricerche sul tema, soprattutto dopo la pandemia, su effetti, paure del contagio, lavoro a distanza, ri-scoperta di una diversa gestione del tempo e del valore del privato. Nelle indagini sono coinvolte associazioni, imprese, manager, le persone che lavorano a tutti i livelli.

Pare che le forme ibride del lavoro abbiano la meglio perché uniscono esigenze e motivazioni differenti in contesti organizzativi diversi.  Si troverà anche in Italia il coraggio di diversificare soluzioni per varie esigenze di organizzazione del lavoro, benessere delle persone e delle imprese alla ricerca di una migliore qualità della vita? Diamoci da fare!

Per approfondimenti clicca qui.

Né cicale né formiche. Esseri umani anche in smart working.

smart working

Si riprende! E il lavorare anche da remoto ricomincia ad essere per alcuni un’opportunità di migliore qualità della vita, per molti altri una sorta di incubo perché o non ne percepiscono i vantaggi per il tipo di vita privata da condurre tra famiglia, dad e altro, o l’azienda da cui dipendono è incapace di riorganizzarsi mettendo a valore l’esperienza che – rivisitata al di là della pandemia – potrebbe migliorare produttività, motivazione, clima e benessere individuale, collettivo e organizzativo.

La cultura del controllo ad alito sul collo è dura a morire, come dimostra il ministro Brunetta (vedi in questa intervista al Ilsole24Ore ) che ignora o non capisce dati, contesti, ricerche che in tutto il mondo dimostrano il contrario delle sue affermazioni (per approfondimenti leggi qui).

Per fortuna si diffonde l’intelligenza gestionale di molte aziende che si stanno attrezzando per coniugare lavoro da remoto e lavoro in presenza in modo mirato e flessibile, sia rispetto al tipo di attività sia rispetto alla volontà delle persone che in esse lavorano. Si tratta di sostenere modalità e filosofie di lavoro che nel XXI secolo siano coerenti con la complessità del mondo che viviamo e che, tra luci e ombre, possano valorizzare nuovi equilibri e necessità. Perché anche in smart working chi lavora è un essere umano, né cicala, né formica.

Un baobab anche per gli uffici!

spazio lavorativo

Può servire un baobab per fare una riunione? Sì, secondo i creativi dell’azienda italiana Estel, tra le protagoniste del settore al Salone Internazionale del Mobile di Milano 2021.

Lavoro condiviso, smart e home working, valore del team e della partecipazione. Concetti che nel XXI SECOLO del lavoro molte aziende, interior design, architetti mettono al centro della loro creatività.

RIPENSARE LO SPAZIO IN EPOCA DI PASSAGGIO DAL LOCAL AL GLOCAL, DALLA CARTA AL DIGITALE, DALL’IO AL NOI, DAL RIGIDO AL FLUIDO.

 

spazio lavorativo

Ciò, va detto, non coinvolge tutti (basta pensare ai dipendenti della WHIRPOOL o di altre imprese che  vengono licenziati via whatsapp o via e mail alla faccia dei processi negoziali), ma guardando e osando guardare oltre ecco che tempo e spazio vedono diventare protagonisti trasparenze, tavoli e scrivanie che si trasformano, sedie, divani e poltrone innovative, soluzioni per habitat lavorativi dove l’innovazione è praticata e respirata, insieme all’aria buona della semplicità e dello scambio tra persone.

Ricerche anche italiane dimostrano che anche la forma e l’utilizzo dello spazio sono fattori importanti di motivazione, come raccontato con testimoni aziendali e dati nel webinar di WOLIBA che ho coordinato sul tema.

Insomma, lavorare meglio è meglio per persone e organizzazioni, e dopo la pandemia va ripensato tutto, anche il contesto lavorativo.

LA LEADERSHIP DOBBIAMO PRENDERLA NON CHIEDERLA!

leadership femminile

Il sofagate con foto di Ursula von der Leyen lasciata in piedi da Erdogan e, non dimentichiamolo, anche da Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo che si è ben guardato dal rimanere in piedi anche lui (per il video completo clicca qui) ha fatto il giro del mondo e sull’onda anche di questo ennesimo scandalo indicativo della cultura maschilista, imperante purtroppo anche negli ambienti politici italiani, è evidente ancora una volta l’esigenza di cambiare radicalmente cultura e comportamenti intrisi di machismo e maschilismo, in politica e ovunque nella nostra società.

Il lavoro è lungo, ma anche i nostri comportamenti come donne possono fare la differenza, non solo ripetendo “la nostra voce vale e le nostre competenze contano”, ma adottando noi per prime comportamenti che cambiano le regole del gioco già nella messa in pratica in sé del comportamento stesso, e modificando così il significato della relazione e del ruolo secondario che l’altro vorrebbe imporci.

Cosa sarebbe successo se Ursula avesse preso una sedia e si fosse posizionata accanto ai due maschietti? La cosa li avrebbe certamente spiazzati, se non addirittura costretti alle scuse in tempo reale, e comunque Erdogan sarebbe stato scioccato perché colpito da un gesto inaspettato che, appunto, rompeva lo schema di gioco da lui imposto!

Allora, al di là del sofagate, prendiamoci il nostro spazio: come donne abbiamo un ruolo chiave per la ripartenza positiva del Paese e la gestione dei progetti del PNRR e, senza arroganza ma con ferma consapevolezza, usiamo e costruiamo le occasioni per assumere la leadership anche nel mondo del lavoro!

Quali strumenti hai? Le tue risorse, competenze e capacità magari ben indirizzate con pochi colloqui di coaching! Come? Contattami e ne parliamo subito

Chioccia o tigre? Meglio una mamma semplicemente donna adulta!

modelli educativi

I modelli educativi ricevuti e adottati come mamme sono spesso ansiogeni.

Molte si dibattono nel dilemma se essere troppo affettive-protettive (stile chioccia) col rischio che la dipendenza della prole e dalla prole si trasformi in un boomerang di ansie proprie e altrui se si allenta il legame sul piano emotivo combinato con quello del controllo, o essere stile tigre che decidono, organizzano obiettivi, spingono ad alte prestazioni figli e figlie con il rischio di produrre adulti schiacciati.

Insomma, il dilemma è come muoversi tra dipendenza e indipendenza propria dai figli e dei figli da sé. Non è cosa semplice, si tratta di una relazione complicata che comunque, pur senza ricette, può trovare una sana strada di sviluppo attraverso il salvaguardare come mamme una propria vita in primo luogo come donna, cosa che spesso, quando si diventa mamme, molte si scordano di essere.

Vuoi una mano, confrontarti su questi aspetti, soprattutto in vista della ripresa della scuola in qualche forma e del tuo eventuale lavoro? Contattami qui.

DONNE MOTORE DELL’ECONOMIA: COSA SI ASPETTA ANCORA?

donne motore dell'economia: cosa si aspetta ancora?

A livello globale persiste un gap che rallenta le maggiori economie: in 18 dei Paesi del G20 infatti le donne guadagnano il 15% meno degli uomini e la percentuale di quante lavorano è del 55% contro il 78% degli uomini.

Un altro dato è più che significativo: uno studio citato da Bloomberg ha stimato che le donne potrebbero aggiungere 20 mila miliardi di dollari all’economia globale, un ordine di grandezza simile a quello delle stime di S&P Global.

Il raccordo tra le istituzioni e le imprese e l’identificazione di strumenti e azioni concrete per superare questo gender gap è fondamentale. Ormai lo sostengono studios*, espert*, importanti manager di aziende.  WEP (Women’s Empowerment Principles), articolati su tre dimensioni lavoro, mercato e comunità sviluppati dall’Onu, e Gender Gap Analysis Tool, che sono gli strumenti di auto-valutazione aziendale che puntano a promuoverli e implementarli, vanno diffusi, spiegati e praticati.

Su questo si è svolto il 25 giugno un significativo evento ospitato da Borsa Italiana al Centro Congressi a Palazzo Mezzanotte dove illustri ospiti di più mondi e realtà hanno affrontato la questione, non solo con numeri, anche con fatti e testimonianze concrete. Per saperne di più clicca qui.

15 LUGLIO: GIORNATA MONDIALE DELLE CAPACITÀ DEI GIOVANI (WORLD YOUTH SKILLS DAY)

Giornata mondiale delle capacità dei giovani

E’ istituita dalle Nazioni Unite nel 2014 per valorizzare il potenziale non utilizzato di milioni di giovani e garantire loro istruzione, opportunità e competenze.

Gli ostacoli che ragazze e ragazzi incontrano per realizzare sogni, impegno, e dare un senso anche lavorativo alla propria vita verso il diventare adulti nel mondo sono parecchi, anche in Occidente.

Nel 2020 secondo l’ILO, International Labour Organization, circa 400 milioni di giovani in tutto il mondo non può accedere a un lavoro dignitoso, la disoccupazione avanza e per le donne è ancora più complicato perché più discriminate e meno retribuite.

Oggi il NextGenerationEU “non è soltanto un piano per la ripresa. Si tratta di un’occasione unica per uscire più forti dalla pandemia, trasformare le nostre economie, creare opportunità e posti di lavoro per l’Europa in cui vogliamo vivere. Abbiamo tutto ciò che serve per riuscirci”.

Quindi è importante che anche persone e imprese si attivino per creare opportunità e chiavi di sviluppo che valorizzino le capacità dei giovani e li mettano in condizione di diventare adulti, cittadini e cittadine del mondo più responsabile, sostenibile, green, e non solo più digitale.