Non tacere, non ignorare, ma riconoscere i primi segnali. Se un amore diventa tossico fin dall’inizio, è necessario lasciarlo, chiedere aiuto e non aspettare che l’altra persona cambi. Non chiudersi nell’attesa che la situazione migliori, perché potrebbe diventare un incubo. Un incubo anche per i figli che imparano da padri violenti ma possono imparare anche da una mamma che difende sé stessa e loro da chi è pericoloso e dannoso.
Spesso le donne che denunciano violenze domestiche, violenze sul lavoro o stupri non trovano persone disposte ad ascoltarle, oppure non vengono credute, oppure qualcuno ridimensiona i loro drammi e le loro paure. Ebbene bisogna rivolgersi altrove, non fidarsi di chi superficialmente liquida i pericoli e le violenze in modo sbrigativo, o addirittura colpevolizza le donne come cattive madri o perché in fondo forse stanno provocando chi usa violenza di tutti i tipi contro di loro.
È questo altrove che deve esserci, è soprattutto lo Stato che deve dire basta con le sue strutture, con i consultori, con le case famiglia, con operatori preparati e formati, con parole che sono sostanza e che non possono prestare il fianco ad ambiguità e addirittura a letture della violenza sulle donne frutto di cromosomi maschili, come il ministro Nordio ha purtroppo recentemente affermato. Non serve inasprire le pene. Va abbattuta la cultura patriarcale che è alle origini di tutto questo e di femminicidi che sono inaccettabili.
Sembra di essere tornati al medioevo quando le donne venivano bruciate come streghe, perché uscivano dai canoni comportamentali e di ruolo che il potere maschile affidava loro.
La violenza può manifestarsi in modi eclatanti, fisici e brutali, ma spesso è anche sottile, psicologica ed economica. Violenza è sminuire la donna, distruggere la sua autostima, ricattarla, farla sentire in colpa per cose mai fatte o mai dette, o magari fatte e dette a ragione.
In sostanza, dire no alla violenza non significa semplicemente pronunciare la parola “no”. Dire BASTA SIGNIFICA AGIRE.
QUESTO “NO” E QUESTO “BASTA” DEVONO ESSERE PRONUNCIATI NON SOLO DALLE DONNE, CHE LO FANNO DA DECENNI, MA ANCHE DAGLI UOMINI.
Dagli uomini veri, quelli che non rimangono in silenzio, quelli che non vogliono essere complici di chi si nasconde dietro la violenza e la cultura machista che considera la donna come una proprietà.
E VORREI VEDERE UNA GRANDE MANIFESTAZIONE, INDETTA DA UOMINI che sfilano in silenzio per le vie delle città e della capitale dietro a un grande striscione con su scritto SIAMO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, IL PROBLEMA SIAMO NOI. VI CHIEDIAMO SCUSA E DICIAMO BASTA AL MASCHILISMO E AL PATRIARCATO. TOCCA A NOI CAMBIARE.
TUTTE LE DONNE e TUTTI GLI UOMINI DEVONO SAPERE CHE C’E’ ANCORA DOMANI, come Paola Cortellesi mostra nel suo splendido film.
SI PUÒ COMINCIARE O PROSEGUIRE IN OGNI MOMENTO con comportamenti individuali, politiche e azioni concrete per contrastare la violenza sulle donne e prevenirla.
Tra queste, una fondamentale è l’EDUCAZIONE AFFETTIVA E SESSUALE A SCUOLA, che deve rompere tabù, pregiudizi, imbarazzi, paure, scardinando gli alibi di chi è contrario, e finalmente insegnare IL RISPETTO DI SÉ E DEGLI ALTRI e la LIBERTA’ DELLE DONNE DI ESSERE LIBERE E PROPRIETARIE DELLA PROPRIA LIBERTA’.