La Forza del Destino, la Forza delle Donne

Pietroburgo, Teatro Imperiale, 10 novembre 1862: Va in scena la prima assoluta de La Forza del destino, melodramma di Giuseppe Verdi. Il destino è protagonista del titolo e della vita di Leonora, eroina dell’opera.

Leonora sceglie il convento per amore ma trova la morte per mano del fratello come vendetta per difendere l’onore della famiglia e quindi di se stesso. Sono passati secoli da quella notte a Siviglia, in cui si svolge la vicenda, ma quante donne ancora muoiono, guardando anche solo l’Italia, per questo motivo?

Il femminicidio viene dai media descritto quasi sempre come un gesto folle, compiuto da un folle omicida, ma i numeri sono impressionanti: nei primi 6 mesi del 2018, sono state uccise già 44 donne, il 30% in più rispetto lo stesso periodo del 2017 (bilancio fornito dall’associazione Sos Stalking).

Questo fenomeno trova le sue ragioni non nella follia del singolo soggetto ma in una cultura arcaica che vede, purtroppo tutt’oggi, proporre la visione della donna secondo logiche di proprietà: oggetto personale, di “visibilità” grazie al puro apparire. Tale visione relega questi omicidi (e altro, a questi associabile) a fenomeni isolati, non ponendo la questione come un problema della società, che riguarda la dignità delle donne e degli uomini – quelli che non si riconoscono nella logica del branco o del sultano -. Fino a che le cose non cambieranno, assisteremo a tanti folli omicidi che avrebbero potuto essere probabilmente evitati se si fosse dato ascolto alle donne, tutte, e non solo a quelle che poi sono state vittime uccise. Perché non è loro destino!

In questa opera Leonora si sente costretta a travestirsi da uomo per maggiore sicurezza in un momento di fuga e a indossare, secondo il libretto dell’opera, un pastrano a larghe maniche, largo cappello e stivali.

Questo sotterfugio è stato spesso adottato dalle donne, in varie occasioni per sfuggire ai pericoli derivanti dal riconoscimento della loro vera identità di genere, sia in guerra sia in situazioni dove l’essere donna rappresenta un ostacolo al divenire dei desideri da perseguire. “Il ragazzo senza barba” era, per esempio, un famoso medico militare dell’Ottocento, il Dott. James Barry, identità dietro la quale una donna si è celata tutta la vita.

Oggi, diventa anche un gioco, come per Lady Gaga che ha assunto panni maschili sulla copertina del suo “You and I” per lanciare questo singolo nel 2011. Per alcune, invece, un gioco non è: in alcune realtà dove, purtroppo, il dettato culturale deciso dall’uomo prevede obblighi e restrizioni per la donna, non sono rare le ragazze intraprendenti che per fuggire dalla gabbia di questo tipo di vita, compresi i matrimoni-vendita cui le obbligano in famiglia, escogitano anche questa strada del travestimento per scappare. E’ ciò che ha fatto, ad esempio, Adju, in un villaggio berbero del Marocco, all’inizio degli anni Duemila. Obbligata dal padre al matrimonio con un vecchio, riuscita a scappare grazie a taglio di capelli e diverso abbigliamento, assume l’identità maschile di Muh. Dopo vicende alterne è stata però scoperta ed è diventata un simbolo di coraggio.

La forza del destino può essere forzata!

Con il mio libro Donne all’Opera con Verdi si può riflettere, anche attraverso alcune opere liriche, sull’attualità di alcune questioni prendendo spunto dalle vite delle eroine verdiane e sull’attualità di aspetti come l’intelligenza emotiva.

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