Lavorare con un po’ di ansia fa bene?
Secondo una recente ricerca dell’Università di Toronto, pubblicata sulla rivista Journal of Applied Psychology, vengono confermati fattori interessanti…
Ma attenzione ai rischi…..Allora dobbiamo capire meglio la questione !
E, caso mai, fare qualcosa!
Infatti, un conto è la motivazione verso un obiettivo, la realizzazione di un compito, l’impegnarsi con una certa carica, anche se talvolta faticosa, per raggiungere il traguardo che ci siamo dati, al di là che sia piccolo o grande perché anche questo è soggettivo. In tal senso, l’ansia data dalla motivazione positiva – e che quindi complessivamente viviamo in modo tonico ed energetico – ci fa senz’altro bene, è una parte della nostra energia vitale e ci aiuta!
Per contro, l’ansia da prestazione non fa bene perché l’agitazione vera, l’ansia che si vive in eccesso e che è data dal troppo timore del giudizio degli altri, o del capo, o dal sentirsi inadeguati rispetto a ciò che ci è richiesto di fare o abbiamo promesso di fare, non aiuta a indirizzare bene le proprie energie. Anzi, si trasforma in boomerang, allontana il piacere di impegnarsi verso qualcosa che avrebbe un significato positivo per noi e che invece diventa talvolta anche un incubo, soprattutto sul medio-lungo periodo!
Quindi come non cadere nell’effetto boomerang dello stress?
Come distinguere sul piano personale le nostre ansie positive da quelle dannose?
Come uscirne bene se invece si ha la sensazione di essere in un tunnel di attività contemporanee e stressanti in nome del senso eccessivo del dovere – presunto e pesante – della responsabilità tutta su di sé?
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