Pensiamo a un 8 marzo STEM e parliamone!
Le donne sono il 60 % delle laureate ma meno del 20% delle laureate ha scelto l’area STEM.
Anche in campo STEM non si finisce mai di fotografare ingiustizie e pregiudizi, spreco di talenti e competenze, il freno e gli ostacoli che le scienziate giovani o adulte devono affrontare per uno sviluppo di carriera degno di questo nome e riconoscimento. Molte donne ce l’hanno fatta, e – se in assenza di role model a fianco – hanno imparato da modelli negativi soprattutto cosa non fare.
E’ ora di prendersi il potere anche in campo scientifico.
Rispettiamo logiche di merito e valorizzazione delle competenze? Bene, allora facciamoci avanti, senza aspettare che il solito qualcun altro riconosca il nostro valore, evitiamo di autoescluderci perché farsi notare non è elegante, oppure perché parlare dei propri successi di ricerca e del proprio team lo è ancora meno, smettiamola di chiederci se saremo all’altezza di fronte a eventuali proposte di responsabilità.
Un rischio è rinforzare in buona fede chi in buona fede non è, e non assegna alle donne incarichi apicali, presupponendo pure che poi non riusciranno a sostenere ritmi di vita privata se vorranno una maternità e vita di lavoro (il che è possibile ma evitiamo ancora una volta i paternalismi da strapazzo e lasciamo scegliere alle donne come organizzarsi o negoziare i ruoli nella coppia, dove spesso, tra l’altro, le nuove generazioni cominciano a porsi in modo più equilibrato); l’altro rischio è l’entrata in una zona d’ombra in attesa di essere perfette al 100% per quel dato ruolo, oppure di immaginare di non poterlo essere al 100% e quindi lasciar stare rimpiangendo una perfezione ritenuta possibile ma non raggiunta (fatto ovvio dato che la perfezione non è un obiettivo raggiungibile!)…
STEM è roba per donne, come lo è qualsiasi professione che la donna sceglie e per la quale studia, si impegna, ottiene risultati. E pure come mamme e padri illuminati sarà importante, oltre che a scuola, un’educazione in tale direzione: basta pensare che studi e numeri ci dicono che l’interiorizzazione dei pregiudizi di genere si sviluppa intorno ai 6 anni. Anche scuola e genitori hanno un ruolo fondamentale verso il percorso STEM delle ragazze del futuro.
Il 9 marzo interverrò su questi temi durante l’evento di EWMD “Donne e facoltà STEM: la difficoltà di scegliere”. Clicca qui per saperne di più.