E’ difficile orientarsi nella geografia del mondo del lavoro soprattutto in epoca di pandemia dove tutto e tutti abbiamo risentito in modi differenti delle conseguenze. Per Eurostat gli under25 disoccupati nell’ottobre 2020 erano il 17,5% nell’Ue e in Italia il 30,3% : quindi un giovane su tre non lavora!
Sono sparite attività in molti settori soprattutto dei servizi, il settore IT è sempre più forte per la digital transformation, e non sono comunque poche le aziende grandi o pmi che – ognuna a modo proprio – hanno saputo fronteggiare, talvolta quasi anticipare, situazioni di organizzazione del lavoro in home working e/o in più ampio smart working che consentono di non solo rimanere a galla ma di essere attrattive per chi cerca lavoro o vuole cambiarlo. Certo chi cerca lavoro ha tante sfumature rispetto a capacità, competenze tecniche, impegno nel cercarlo, sentimenti ambivalenti tra sfiducia in sé e nel futuro, e fiducia in ciò che finora ha studiato, perseguito, cercato, raggiunto.
Fatto sta che, pur tenendo conto ognuno delle proprie specificità, la domanda trasversale che si pongono soprattutto i giovani che si affacciano al mondo del lavoro è: cosa devo fare? La risposta ovvia è darsi da fare, certo, ma può essere utile qualche bussola per orientarsi su terreni talvolta fertili, talvolta aridi, battuti da climi mutevoli che improvvisamente rendono attrattivo un ambiente fino a qual momento inospitale, o al contrario trasformano in fecondo un ambito prima ostico e blindato verso nuove assunzioni. Allora a proposito di bussole e punti di riferimento per trovare lavoro ecco alcune considerazioni.
“Secondo la classifica Leader della Crescita 2021, il ranking elaborato da Statista per il Sole 24 Ore per misurare l’aumento di ricavi delle Pmi negli ultimi tre anni (2016 – 2019), tra i 450 selezionati (su settemila), ci sono le start up e le scale up digitali in senso stretto: sistemi, software e connessioni. Ci sono le imprese che trasformano i loro business, e quello degli altri, da tradizionale a sostenibile: dall’energia, all’industria, ai servizi. Ci sono le aziende dell’ecommerce e della filiera che ruota intorno alle vendite online: dalla logistica, ai trasporti, alle consegne”. Insomma, la crisi economica che accompagna quella pandemica ha fatto strage di molte imprese ma lascia intravedere secondo gli esperti un forte sviluppo di quelle che operano nel settore farmaceutico, nell’innovazione, nel green, nei servizi assicurativi e in quelli dedicati alla terza età, stante l’aumento dell’età media e delle future necessità derivanti. Ciò anche in linea con la necessità di dirigersi verso i 17 Goal 2030 per lo sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni unite, e in agenda nei vari Paesi https://asvis.it/goal-e-target-obiettivi-e-traguardi-per-il-2030/. Inoltre, anche in Italia alcune aziende si chiedono sempre più come attrarre giovani che hanno competenze “sofisticate” e quindi cercano di rispondere in modo mirato a quelle aspettative di formazione, buone politiche di work life balance, coinvolgimento, autonomia, nuove forme di socialità sul lavoro, che molti delle nuove generazioni nutrono.
Con altra prospettiva, oltre a orientarsi nella ricerca del lavoro in imprese che operano in settori presumibili di sviluppo, e che hanno bisogno del ventaglio delle varie professionalità (dal legale allo sviluppo e non solo STEM), nel cercare lavoro è importante:
- curare la propria visibilità e affidabilità in ottica professionale anche sui canali social;
- potenziare il curriculum anche attraverso corsi on line (se la presenza non è ancora possibile per motivi pandemici) certo legati alle proprie competenze tecniche ma con un occhio attento alle competenze soft – con la pandemia sono fioccati i corsi on line anche gratuiti;
- riconvertirsi velocemente nel guardare la realtà in tandem alle proprie passioni;
- allenarsi ai colloqui di selezione con dei video self made;
- riflettere su cosa si è imparato da ogni esperienza per se stessi significativa della propria vita e su come questi apprendimenti possono essere tradotti nello svolgere un lavoro;
- leggere anche solo on line un quotidiano e essere informati sull’attualità;
- informarsi sulle aziende a cui si invia il cv;
- mirare “il bersaglio” accompagnando il cv – se possibile – con due righe di motivazione specifica di interesse a quella azienda o a quel settore in cui essa opera;
- chiedere i contatti su linkedin a persone legate all’ambiente professionale in cui si vorrebbe entrare;
- studiare una lingua straniera;
- fare attività di volontariato che ampliano l’orizzonte e fanno toccare con mano aspetti della realtà umana ed emotiva lontani dalla propria zona di comfort
- non cadere nell’apatia a seguito delle frustrazioni: la frustrazione fa parte del gioco della vita e può essere ben bilanciata se 1) la accetti come tale, 2) ti impegni a dare il meglio di te 3) non rincorri modelli di perfezione che sono d’altronde solo utopici e quindi irraggiungibili per definizione!
In sintesi, se è vero che la bacchetta magica non esiste e che non dipende tutto da noi, è anche vero che dopo un fallimento è fondamentale rimettersi in cammino e soprattutto non aspettare la fortuna. Siamo realisti: il futuro è pieno di incertezze ma evitiamo di peggiorarlo con aspettative disfattiste o solo in attesa di adeguate politiche governative concrete che siano di volano per l’occupazione e che non sappiamo se, quando e in che forma arriveranno.