C’è da riflettere pensando alle donne per le Elezioni Europee del 26 maggio 2019…
Ecco lo scenario, da questo punto di vista, tratto dal mini dossier TROVA L’INTRUSA. “Rispetto all’EUROPA, questi sono i numeri e i ruoli delle donne nella politica europea:
0 le donne ministro dell’economia nei Governi Europei
2 le donne premier nell’Unione Europea
37% la presenza femminile nel Parlamento
La presenza femminile nelle istituzioni continua a essere minoritaria. Soprattutto nei ruoli di potere. Nelle istituzioni europee cosi come nella società, dunque, esiste un soffitto di cristallo, che ostacola il percorso verso i ruoli apicali, e un recinto di attività che confina le donne in determinati settori. Le donne rimangono legate agli ambiti ritenuti tipicamente femminili: gli incarichi di governo affidati a loro si fanno più numerosi per settori quali cura, welfare, istruzione e cultura. Sono escluse, o quasi, dai ruoli economici. In sostanza, più e importante la delega e minore e la presenza di donne”.
Dunque, domenica 26 maggio 2019, per diminuire il gender gap col voto per il nuovo Parlamento Europeo, è importante ricordare, come segnala l’economista Paola Profeta che: “si possono esprimere fino a tre preferenze, ma già nel caso di due preferenze espresse, il sesso alternato è obbligatorio, pena l’annullamento della seconda preferenza. Le liste dei candidati di ciascun partito inoltre dovranno rispettare la presenza di metà uomini e metà donne e i primi due candidati nella lista dovranno essere di genere diverso. Questi meccanismi funzionano. Più donne sono state elette”.
Oltre al fatto di democrazia ed equità, la studiosa evidenzia che servono più donne nel Parlamento Europeo per tre fondamentali ragioni:
- la maggiore qualità delle competenze di chi fa parte del Parlamento Europeo, perché le donne elette sono più istruite degli uomini (vedi la ricerca di Profeta and Woodhouse, Electoral rules, female representation and the quality of politicians, wp CESifo 7101, 2018);
- le donne sono promotrici di una maggiore attenzione del Parlamento Europeo su temi e miglioramenti inerenti politiche sociali, istruzione, sanità, ambiente e sulle tematiche femminili.
- La presenza delle donne, e quindi la diffusione di Modelli Positivi, è un argine al peso e alla diffusione ulteriore di pregiudizi e quindi favorisce un modello culturale che valorizza le differenze.
Credo, dunque, che il tema della leadership delle donne resta dunque di attualità, non solo nella vita politica, ma anche nella vita di tutti i giorni, perché il potenziale femminile è valore aggiunto per la società e per le organizzazioni di lavoro, è fattore di equità e di democrazia, è diritto di ogni donna da esprimere quotidianamente. Certo, le donne si muovono tra mille difficoltà e tra mille resistenze, presenti spesso, anche dentro di sé per senso di inadeguatezza e contemporaneo desiderio di essere perfette in ogni cosa che fanno o in ogni ruolo che ricoprono, con l’idea di non voler deludere se stesse e gli altri. Questo diventa però un circolo vizioso, frustrante e fonte di stress. Allora come superare nel quotidiano il gender gap nei rapporti professionali, sul luogo di lavoro, nell’attesa di politiche più ampie da parte delle istituzioni italiane e europee? Come nel frattempo uscirne individualmente e come potenziare la propria autorevolezza, solidità, e come fare delle normali proprie fragilità un punto di forza?
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Nella foto di copertina:
Il Parlamento Europeo e la deputata danese Hanne Dahl con la figlioletta in aula al Parlamento Europeo per le votazioni del 2009.