Giorno di festa? Di certo un’occasione per fare il punto su se stesse e sull’essere mamma, fonte di gioia ma anche di stress
Madri lavoratrici, un connubio che sembra non riuscire ancora a trovare una soluzione. Molte di loro si domandano come sia possibile cercare un’occupazione che assicuri il sostentamento se, contemporaneamente, occorre badare alla prole. Molti i casi di donne con contratto a tempo determinato, le quali devono dire addio a qualsiasi prospettiva di rinnovamento, nel momento in cui si manifesta la gioiosa gravidanza. Magari con un marito o compagno che non arriva a percepire 1000 euro di stipendio mensile. Inoltre spesso la donna in Italia, anche oggi nel XXI secolo, sente la pressione sociale e culturale del dover essere mamma, il che può diventare spasmodica ricerca della maternità a tutti i costi, non solo quindi per autentico desiderio, ma anche perché appare come l’unica dimensione in cui la donna può esprimersi e sentirsi riconosciuta (di ciò ne parlo anche in questa intervista)
Inoltre, questo emerge anche dalla mia esperienza con donne che seguo in percorsi individuali di counseling alla persona, donne così concentrate nella ricerca e realizzazione di sè esclusivamente attraverso la maternità che hanno però perso il senso della propria identità a 360 gradi, hanno smesso di cercare un’opportunità lavorativa in nome del dover seguire bene i figli, purtroppo spesso anche colpevolizzate dalle stesse madri nell’eventualità tentassero di conciliare lavoro e gestione della maternità. Senza parlare poi delle figure maschili non sempre entusiaste di condividere genitorialità e quotidianità. Inoltre anche essere mamma di adolescenti non è cosa facile, anzi i problemi cambiano ma non finiscono! E qualche volta quasi ci si vergogna con se stesse del poter sentire dentro di sé che i figli possono rappresentare un freno, un blocco, possono essere antipatici, con tutto il bene che si può contemporaneamente provare per loro.
E tutto ciò resta dentro, fa male, si cerca di non pensarci… ma resta, influenza le scelte e i comportamenti, fino a che non ci si lavora un po’ su, sciogliendo così finalmente nodi che impediscono di stare meglio e affrontare meglio le situazioni!
Spesso essere mamme porta a sviluppare nuove capacità, chiavi e aspetti di sé sconosciuti, quindi un patrimonio che può essere valorizzato e bene usato dalla donna per il benessere di sé e degli stessi figli.
Ecco allora che fare il punto sul proprio essere mamma, tra gioie, difficoltà, qualche senso di colpa, un po’ di frustrazione per aver rinunciato ad una parte importante di sé, può valere la pena per non perdere completamente di vista se stesse.
In questo può essere utile il mio supporto attraverso il counseling alla persona: per saperne di più puoi contattarmi direttamente via email, chiamarmi al numero 3478551024 e leggere qui.
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